AnnoZero – Volume 2


Quando mi è stato chiesto di scrivere qualcosa ho pensato ad un vecchio titolo, attuale come non mai. 
Magari può diventare una rubrica o un sequel che con il tempo annoia. Vedremo. 

Dopotutto, si respira una comune sensazione di riprendere in mano le redini delle proprie vicissitudini. Usciamo dalla pandemia con le ossa frantumate e sentiamo il bisogno di convertire le macerie. Infatti, da appassionato di sport ho subito pensato al vecchio Zentralstadion di Lipsia costruito con le macerie della Seconda Guerra Mondiale e con il contributo di numerosi volontari.  Allo stesso modo, di questa pandemia postmoderna resta una limpida consapevolezza: quella di ricominciare a costruire in perfetto parallelismo con quella volontà collettiva postbellica.
  
Noi, con sano orgoglio, non abbiamo mai smesso di farlo nelle nostre iniziative. Quando tutto è stato paralizzato, ci siamo incontrati e qualche volta scontrati nel pieno rispetto delle normative sanitarie come delle porte chiuse in faccia per paura e rabbia. 

Guardare lontano attraverso le umanissime piccole cose, facendo della vicinanza e del calore umano il nostro manifesto, è stato un piacevole rischio da prendere perché quella consapevolezza l’abbiamo acquisita già da tempo. E rappresenterà la pietra edificante per il futuro che abbiamo scelto di immaginare, ossia quel mago a tinte archetipiche di cui abbiamo bisogno.

In piena pandemia, abbiamo integrato vite umane ed aumentato l'offerta formativa di un territorio-palestra come il nostro. Abbiamo riempito lo “Zaino in spalla” con semi di responsabilità capaci di liberarci da sentimenti oscuri e poco costruttivi. Abbiamo “tenuto a mente” la necessità di uno spazio riflessivo sul quale confrontarsi e riconciliarsi. Abbiamo fatto anche i conti con diffidenze ed alibi che hanno trovato nella pandemia un valido alleato, perché il malsano gioco del livellamento al basso è una piaga ancora nota a tutti.

Distinguersi deve continuare a significare scegliere di credere nel proprio modo di essere, continuando a seminare anche nel deserto più arido.
Rigenerare per noi è stato questo e continuerà ad esserlo. Clicca qui

Dr. Giovanni Dipaola